"Questo volume raccoglie gli scritti e le interviste in cui Italo Calvino affronta, da diversi punti di vista, il tema del 'guardare'. Si tratta di testi per le maggior parte di carattere saggistico, pubblicati su quotidiani e riviste, o talvota in volume; non si sono antolgizzati capitoli di romanzi o testi proveninti da libri ordinati dall'autore ..."--Nota all'edizione Includes bibliographical references (pages 731-734).
Summary:
"'L'unica cosa che vorrei poter insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro': così nel 1960, in una lettera all'editore francese François Wahl, Italo Calvino esplicita il compito che come scrittore si è dato e al tempo stesso una delle caratteristiche più significative della propria opera. L'elemento visivo è infatti dominante fin dal Sentiero dei nidi di ragno, il libro che segna il suo esordio. Non a caso, una delle prime passioni dello scrittore ancora ragazzo era stato, assieme al disegno, il cinema, vera e propria palestra nella quale si formerà la sua sensibilità artistica. Per tutta la vita di Calvino, poi, l'atto del guardare sarà fonte imprescindibile di conoscenza. Lo testimoniano gli scritti raccolti in questo volume, con cui Marco Belpoliti corona una ricerca avviata fin dal 1996 con il testo teorico L'occhio di Calvino (2006²). Si tratta di scritti soprattutto saggistici, molti dei quali pochissimo conosciuti, incentrati - appunto - sull'esperienza visiva, e qui suddivisi in sezioni tematiche, ciascuna con un'ampia specifica introduzione. Emerge da queste pagine una preziosa lezione: la lettura del mondo è difficile, complessa, talvolta destinata alla sconfitta, ma sempre possibile."-- Provided by publisher.
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